MACCHINISMO

Macchina è il tuo nuovo Dio, unica che veneri poiché sola a darti senza chiedere, a premiare il tuo ingegno e a condannare la stupiditàZurax Tawìd

LA FEDE NELLA DEA MACCHINA

Dal primo scritto stampato da Zurax Tawìd, primo Messia della Fede nelle Macchine:

Il maggior potere di ogni vivente, capace d’intelletto, è quello di plasmare con le proprie mani e la propria mente l’incanto del creato, facendone proprio strumento di vita o di morte.

L’oscurità è solo nell’oblio generato dall’ignoranza, dalla cieca fede in dei lontani ed oramai inutili. Sia l’uomo forte nella sua crescita. Sia l’uomo fautore della sua fortuna. Sia l’uomo dio di sé stesso.

L’ingranaggio è il primo tassello dell’enorme macchina chiamata avvenire.

EPITETI

Grande Macchina, Marchingegno dell’Infinito, Guida delle Menti

ALTRI DOGMI

  • Mai diffidare del proprio ingegno

  • Ogni strumento è pericoloso solo in mano alla persona sbagliata

  • Puoi esser tutto, tranne un credulone

SIMBOLOGIA

Ingranaggio, Fulmine

DOMINI

Nessuno. Filosofi, fabbri e artificieri sono coloro che normalmente diffondono questa fede.

EXTRA: LA STORIA DI ZURAX TAWID

Figlio di un noto astrologo, Zurax Tawìd è nato nel 1079 a.T. a Cartiago, città sulla costa di Sytrix Sark. Quando suo padre fu ospitato a Treia presso la dimora del Duca di Balarm, gli fu concesso di accedere agli studi delle Gilde di Novaluna. Il giovane Zurax decise di dedicarsi agli elementi e alla natura, divenendo apprendista Stregone della Gilda degli Alchimisti.

Educato allo studio e a vedere sempre oltre le cose per quello che potevano sembrare, già all’età di 13 anni conseguì il grado di Gildano. Aveva soli 18 anni quando affrontò per la prima volta la prova da Maestro, in cui però non ebbe successo. Zurax imputò il proprio fallimento alla scarsa esperienza che aveva del mondo, e così si lanciò da quel momento in una serie di missioni ed esplorazioni che lo portarono in tutti i luoghi del Mare di Mezzo, e non solo quelli di paesi annessi all’Impero di Novaluna.

Durante una di queste trasferte, al confine tra l’Impero Lumitano e il Regno di Quurà, egli ritrovò in un antichissimo baule della polvere che avrebbe potuto divenire fiamma. Zurax si vide bene dall’utilizzare quella strana alchimia prima di parlarne con la sua Gilda, ma quando riportò il baule a Palazzo Biancofiore gli fu sottratto dal suo Maestro e portato in quello che gli fu descritto come luogo sicuro. Zurax non protestò più di tanto, ma decise che al più presto avrebbe dovuto affrontare, e questa volta superare, la sua prova da Maestro. Correva l’anno di Tessa 1104 e nel VI mese Zurax Tawìd divenne Maestro. Ma la sua curiosità non fu appagata, anzi. Una volta proposta al suo ArciStregone la volontà di analizzare e provare la polvere trovata in missione, gli fu spiegato che vi sono elementi di cui la Gilda è solo eterna custode. Pochi mesi dopo il Maestro Zurax fu mandato ad Albione, trasferimento comunque normale nell’Impero per i nuovi Maestri, con l’intento d’insegnare alle nuove generazioni.

Ad Albione Zurax espletò le sue funzioni di Maestro per quasi 10 anni senza mai creare troppe attenzioni su di sé se non per la stima nella sua conoscenza e nella sua arte di alchimista e usufruitore delle gemme. Quando però, nel 1114 l’Imperatore morì senza avere alcun erede, portando subbuglio soprattutto nelle Istituzioni che per tutto l’Impero tutelavano il suo volere nonché la sua legge, Zurax approfittò per esplorare l’Archivio dei Segreti delle Gilde stanziate ad Albione. Qui trafugò tutta una serie di progetti e strani congegni, per poi sparire per oltre due anni. Si venne a sapere di lui solamente quando, nel 1116 a.T., fece consegnare contemporaneamente in tutte le sedi delle Gilde di Novaluna un libro intitolato “La forza dell’uomo è nella Macchina”. Era il primo libro stampato nella storia di Edreia. I suoi seguaci, riuniti spesso in “Logge” o “Logge di Zurax”, sono da allora perseguitati da molte delle istituzioni locali ancora fedeli ai princìpi dell’Impero, Ma i tempi d’incertezza recente hanno permesso alla dottrina di prosperare.